Una nazione la quasi totalità dei lavoratori risulta dipendente agli ordini di un’azienda o dello stato, la busta paga sia come concetto ma anche come strumento effettivo di distribuzione dei salari viene da anni impiegata come “metro di paragone” per definire la situazione professionale dal punto di vista economico e contributivo. Anche se generalmente i piani in relazione alla definizione di questo strumento sono decisi alla fine di ogni anno solare attraverso la legge di bilancio di turno, la situazione può cambiare anche nel corso dei mesi, come testimoniato in alcune novità che saranno presenti nelle buste paga di Maggio 2023.
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L’idea da parte dell’esecutivo è ridurre sensibilmente le varie imposte legate al mondo del lavoro, condizione che è già stata applicata dai governi precedenti seppur in modo limitato, apportando il famigerato “taglio” al cuneo fiscale, un modo per aumentare in percentuale gli importi in busta paga riducendo per l’appunto una parte delle tasse.
Il piano sul tavolo dell’esecutivo comprende un taglio contributivo riguarderebbe i redditi fino a 35mila euro lordi all’anno come evidenziato dall’ultimo MEF che ha di fatto “messo da parte” circa 3 miliardi di euro che serviranno per “coprire” questa manovra.
Nel concreto questo taglio del cuneo fiscale a 13,8 milioni per lavoratori dipendenti, privati e pubblici, che dovrebbe attivarsi sulle buste paga da maggio 2023 fino a dicembre 2023.
In linea di massima si parla di aumenti non elevatissimi per mese, ma che porteranno i salari ad aumentare di circa 16-20 euro per busta paga, in quella che viene definita la classe di reddito medio, che dovrebbe essere compatibile per tutti i redditi fino a 35 mila euro.
Questo taglio rappresenta uno step in più al taglio generico già apportato dall’esecutivo, stavolta in modo progressivo, che ha aumentato sensibilmente le buste paga dall’inizio del 2023.