La storia della comunicazione in Italia, così come in molti altri paesi occidentali è stata indubbiamente modificata in modo considerevole con i numerosi sviluppi tecnologici che a partire dalla prima rivoluzione industriale fino ad oggi hanno dato il via ad una sequela di oggetti che hanno condizionato in modo definitivo il modo di relazionarci. Anche se i più giovani non potranno avere ricordo, il gettone telefonico è tra gli strumenti che maggiormente hanno “forgiato” la normalizzazione della telefonata in tutto o quasi il 20° secolo.
Ti potrebbe interessare:
Se hai questo gettone telefonico potresti essere ricco: ecco quale
L’aspetto di un gettone telefonico è sostanzialmente lo stesso di una moneta, o quasi, in quanto la funzione è quella di sostituire proprio il denaro metallico per l’utilizzo “a tempo” dei telefoni pubblici. I gettoni infatti non hanno avuto un ruolo prettamente economico non risultando essere una forma di valuta, quanto più uno strumento vero e proprio.
Ad ogni gettone corrispondeva una certa quantità di minuti di dialogo possibile verso l’interlocutore (lo “scatto”), ed il prezzo di ogni pezzo è stato gradualmente adeguato con l’inflazione.
Oggi il gettone telefonico rappresenta un ricordo passato, una forma di cimelio di tempi non così lontani ma culturalmente quasi “preistorici”.
Tutti i gettoni più comuni risalgono ad un contesto storico che va dal 1959 al 1980 anche se il loro utilizzo è stato importante almeno fino alla metà degli anni 90.
Tuttavia già dagli anni 30, dopo alcuni anni di “rodaggio”, i gettoni di forma diversa rispetto a quelli comuni hanno fatto la loro comparsa nelle varie regioni del nostro paese.
I primi in assoluto sono stati coniati dalla Stipel, una delle prime compagnie telefoniche statali italiane nel 1927, inizialmente per scopo dimostrativo in leghe diverse, come alpacca, ottone o zinco. Questi ultili sono sicuarmente i più rari ma anche quelli in ottone e bronzo com quello in foto valgono da 70 fino a 120 euro.