In quasi 2 secoli di applicazione e diffusione la lira italiana ha attraversato contesti sociali, politici e culturali molto diversificati, seguendo in linea di massima la storia del paese e riflettendone i diversi cambiamenti. Un esempio è dato dalla valuta monetaria da 10 lire che da moneta dall’ingente potere d’acquisto, nel corso del Novecento è divenuta una valuta comune.
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Non per questo però il valore e la diffusione così come l’interesse sono considerabili di poco conto, la 10 lire è uno dei tagli monetari italiani di maggior successo tra i collezionisti, interesse che è aumentato con l’arrivo dell’euro la dismissione della lira.
Ma alcuni esemplari da 10 lire sono decisamente più interessanti di altri: ecco quali sono quelli che valgono di più.
10 lire di maggior valore: ecco quali sono
Ne esistono molti che sono globalmente molto interessanti: a partire da quelle sviluppate durante l’epoca repubblicana (ossia dal secondo dopoguerra), come le Olivo / Pegaso, emesse per pochi anni dalla fine degli anni 40 fino al 1950, quando la produzione della zecca ha adottato le “Spiga” molto comuni fino agli anni 90.
Le Olivo sono per questo motivo più rare e potenzialmente maggiormente valevoli sul mercato numismatico: nello specifico un esemplare del 1946 può valere da 60 fino a 700 euro a seconda delle condizioni, meno rare quelle del 1949 e 1950 (ma che valgono comunque più do 50 euro se in perfetto stato) mentre le più rare sono quelle del 1947 perchè coniate in soli 12 mila esemplari per motivazioni ancora non chiare.
Queste sono composte da una lega conosciuta come Italma, costituita dall’alluminio, e sono state le prime 10 lire della storia italiana ad andare incontro ad una più che discreta diffusione presso la popolazione.
Il valore infatti parte da un minimo di 1500 euro per un esemplare in buono stato, fino a oltre 4000 euro per uno in condizioni eccellenti.
Non sono comunque le prime 10 lire ad aver trovato diffusione in Italia: durante il lungo periodo monarchico infatti le 10 lire sono state coniate anche in leghe molto preziose, in oro o argento, e tra le versioni maggiormente danarose vanno ricercate le 10 Lire Vittorio Emanuele III Aratrice, emesse dal 1910 al 1912, esclusivamente in oro, per i collezionisti.
Oggi sono tutte piuttosto rare, e corrispondono ad un valore di circa 1500 euro per un esemplare in buono stato, fino a quasi 10.000 euro per uno in eccellenti condizioni, fino al Fior di Conio.
Negli anni 20 ne sono state coniate pochissime altre, esclusivamente per i numismatici (circa alcune decine) che oggi valgono più di 20 mila euro.