Il caffè fa parte in maniera piuttosto indiscutibile delle abitudine di milioni di persone al mondo, e le ragioni del successo non sono unicamente inerenti ad una certa perczione di una bevanda energetica, dato il contenuto mediamente alto di caffeina, ma trattandosi di qualcosa che si presta per preparazione e “condimento” al gusto personale, è praticamente impossibile quantificare ogni combinazione possibile di caffè, tipo di tostatura e preparazione. Il “caffè amaro” identifica in linea generale l’assenza di qualsivoglia tipo di edulcorante, come lo zucchero, spesso i nutrizionisti ed i medici invogliano i pazienti all’utilizzo del caffè senza zucchero, non correttamente ma piuttosto diffusamente definito per l’appunto, amaro.
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Il caffè amaro viene considerato quindi globalmente meno problematico per l’organismo, ma alcuni sostengono che questa tipologia possa causare problemi allo stomaco.
Ma cosa succede davveero a chi beve il caffè amaro?
Cosa accade a chi beve caffè amaro? Ecco le conseguenze
Il caffè in realtà non è mai propriamente e naturalmente amaro: indifferentemente dal tipo scelto, il caffè ha una sorta di sapore definito da molti dolce / amaro che per una percentuale importante di persone è troppo fastidioso e pungente per essere bevuto.
Lo zucchero che è un edulcorante praticamente puro viene sconsigliato nel caffè per i diabetici e per chiunque deve fare i conti con livelli elevati di glicemia, ma in linea di massima il caffè “amaro” va considerato migliore ed in grado di conferire effetti positivi in linea di massima.
A partire dall’apparato della caffeina è che un alcaloide energizzante naturale, la principale sostanza che “tira su” e conferisce una scarica di energia. Lo zucchero, indifferentemente dal tipo bianco o “di canna” (la differenza allo stato effettivo è praticamente nulla sulla salute, cambia solo sensibilmente il sapore), invece tende a limitare questo potere energizzante in quanto stimola la produzione insulina perchè l’organismo deve controbilanciare l’aumento di zuccheri nel sangue.
Questo fattore tende a sviluppare un rallentamento del metabolismo, quindi a lungo andare anche una maggior necessità di bere altro caffè, se lo “scopo” principale è quello di “darsi una svegliata”. Inoltre lo zucchero tende a causare una sonnolenza ed una spossatezza maggiore, limitando questa funzionalità.
E non risulta avere riscontri alcun tipo di problematica per lo stomaco: il caffè con o senza zucchero resta poco adatto per chi soffre di gastrite o di colon irritabile, la mancanza di zucchero non aumenta in fattore di rischio.
Al contrario gli effetti positivi sul cuore del caffè (restando sempre su livelli di consumo coerenti) sono maggiormente applicabili con l’assenza di edulcorante.