Ami la solitudine? Incredibile, ecco cosa significa

Il terrore di restare da soli può essere il segnale dell’inadeguatezza di dirigere le attinenti emozioni o anche potrebbe occultare la ferita profonda dell’allontanamento.

Per schivare tale esperienza parecchie persone accrescono sentimenti di correlazione sentimentale e mettono in avvio una successione di condotte che non fanno altro che accrescere la propria incertezza ed accrescere ansia e terrori.

Succede quasi sempre, nei percorsi curativi, che le persone prima spaventate il pensiero di restare soli in casa anche per pochi minuti, una volta conosciuto come coordinare le proprie emozioni, riescano alla fine a vivere con una serenità inattesa la sperimentazione di rimanere soli con sé stessi. Oggi vedremo perché a volte ci piace stare da soli.

Ti piace stare in solitudine? Ecco perché

La nostra società non percepisce di buon occhio le persone che prediligono la solitudine e le compiangi. Per la società in sé è più semplice credere che una persona sola sia senza dubbio triste, che possegga delle complessità a relazionarsi con gli altri, che sia per lo meno eccentrica, o pigra, e che non stia da sola per preferenza, ma perché è respinta dagli altri.

Chi vuole passare buona parte del suo tempo in lontananza dalla socializzazione subisce quasi sempre giudizi dagli altri, che siano familiari, amici che si sentono in obbligo di stimolare la persona solitaria ad essere più sociale, ad andare ad esempio party o altre occorrenze sociali per svagare, alquanto che dedicarsi da solo a quelle attività che gli altri immaginano monotone e spossanti.

Le persone asociali non sono né peggiori, né migliori di altre, hanno soltanto una maniera differente di vivere. Posseggono un inferiore bisogno di associarsi ad altri, prediligono offrire forze ad altre attività e interessi in cui si riapprovvigionano o riposano.

Se una persona è naturalmente contenta nello stare da sola, non ha senso sforzarsi di essere differente; anziché, non accogliere tale propria peculiarità può divenire il vero problema. In psicologia sociale conosciamo da molteplici studi che il sostegno sociale è un fattore difensivo dalla tensione fisica, che chi ha una rete sociale va in direzione di minori malattie e anche a una inferiore percentuale del decesso.

D’altra parte, non è tanto il sostegno sociale veramente concretizzato che conta, nel momento in cui la percezione di poter nell’ipotesi contare sulla disponibilità di un sostegno sociale: apprendere, in breve, che nel momento in cui volessimo domandare aiuto a qualcheduno, avremmo qualcuno da cui poterlo riscuotere, cosa che non estromette l’essere persone che amano, in parte o in prevalenza, transitare il tempo da sole.

Se è ben gestita e se è scelta in indipendenza, di conseguenza, la solitudine non è un presupposto anormale ma può all’opposto affinare salute e benessere.

stare in solitudine

Esperta in casa e giardinaggio: i suoi articoli sono letti e richiesti in tutta Italia date le sue ottime capacità di scrittura.

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