L’Italia è una nazione ed una realtà dalle mille contraddizioni, unica sotto molti punti di vista, ma anche per motivazioni non propriamente “positive”, ad esempio il contesto urbano, ed edilizio in particolare risulta essere a dir poco “problematico” nella sua diffusione, come evidenziato dalle numerose criticità endeemiche che hanno portato in buona parte del paese a concetti come i diffusi abusi edilizi, ossia una forma di illecito che prevede la costruzione o anche la modifica strutturale di qualsiasi costruzione abitativa senza l’autorizzazione e la regolarizzazione nei confronti dello stato. Gli abusi edilizi costituiscono un problema “culturale”, esistenti da decenni in molti casi, ma che formano anche uno dei più importanti paradossi del nostro paese, al punto che alcune di queste situazioni hanno comunque favorito lo sviluppo, ad esempio negli anni del Boom economico ed oggi la regolamentazione prevede la possibilità di sanare con leggi recenti alcune tipologie di abusi edilizi.
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In buona sostanza questo significa che è possibile regolarizzare in parte ciò che è stato un abuso edilizio.
Si tratta però di una condizione specifica: come è possibile sane un abuso edilizio?
Abusi edilizi, quali si possono sanare? Ecco cosa dicono i nuovi regolamenti
Esistono già numerose casistiche in cui è effettivamente prevista la possibilità di “sanare” abusi edilizi, in generale quando i lavori fanno parte di singole locazioni e sono di lieve entità, seguendo il comune permesso di costruire in sanatoria, concetto attivo da più di 20 anni, condizione però non attuabile in condizioni troppo specifiche.
Come confermato da alcune leggi del 2023, per sanare un abuso edilizio bisogna ottenere la doppia conformità, ossia la sezione edilizia deve risultare in regola con le regole del luogo in questione dal punto di vista edilizio sia durante la costruzione ma anche in contesti successivi, ossia quando lo stesso immobile viene “certificato” dal punto di vista legale.
Permane il limite, oramai famoso e soggetto a “interpretazione” che prevede la possibilità di regolarizzare un abuso edilizio che prevede l’estensione di una sezione del contesto abitativo se questo non “sfora” il 2 % della superficie già ricoperta dall’immobile.
Per sanare un abuso è necessario regolarizzare anche la posizione legale dell’intestatario del lavoro edilizio, con una concessione che può essere ottenuta solo se il titolare ha regolarizzato la propria posizione nei confronti della legge, concessione che non cancella però i precedenti reati.
E’ bene ricordare che l’abuso edilizio se non regolarizzato porta a sanzioni anche di decine di migliaia di euro, fino a sfociare nel penale, con eventuali condizioni di arresto fino a 2 anni.