Vecchie Lire: se hai ancora una di queste sei ricco sfondato

La moneta corrisponde ad un elemento culturale e sociale associativo come pochi, in quanto costitutisce una dinamica che viene formalmente condivisa da tutti, seppur in maniera diversa dalla tipologia di cittadino: non è un caso che con l’arrivo dell’euro sia stata posta molta “resistenza” nel dover sostituire le vecchie lire, che sono ancora molto importanti dal punto di vista “sentimentale”, anche perchè in moltissimi casi corrispondono a ricordi della gioventù o dell’infanzia molto specifici. Oggi come allora le vecchie lire sono anche un simbolo dell’Italia che è stata in passato, non a caso sono svariate le tipologie di vecchie lire che sono molto interessanti dal punto di vista storico e quindi collezionistico.

Alcune forme sono molto più rare di altre, e possono valere anche cifre importanti.

Un esempio è costiutito dall’esemplare in foto.

Hai queste vecchie lire? Ecco il valore, assurdo!

vecchie lire

Le lire “famose” sono anche per ragioni “anagrafiche” quelle corrispondenti al secondo dopoguerra fino al 2001, dall’anno successivo la lira è divenuta un “pezzo da museo”. La precedente  valuta italiana è però stata coniata da molto prima delle generazioni dei nostri genitori e nonni, in quanto attiva dagli inizi dell’Ottocento, impiegata in maniera “separata” da vari regni italiani pre unitari e poi adottata come moneta ufficiale del Regno d’Italia a partire dal 1861 e poi dalla Repubblica Italiana, dal 1946.

Molti esemplari rari sono per forza di cose, quelli antecedenti alla Repubblica, decisamente più rari, anche se non tutti uguali come diffusione e livello di valore numismatico.

Un esempio è dato dalla versione della 2 lire in questione, sviluppata in lega di argento e diffusa nei primi anni del Novecento, che costituisce una versione di moneta italiana molto ambita, ma che può avere un valore a dir poco variabile.

E’ definita come molte altre monete dall’aspetto, in quanto essendo un Regno, è quasi sempre presente nelle monete a cavallo tra l’Ottocento e la prima metà del Novecento una qualche forma di simbologia con la famiglia reale Savoia, come l’aquila sabauda o lo stemma reale, nonchè il volto del sovrano, in questo caso Vittorio Emanuele III, re d’Italia dal 1900 fino al 1946.

Su uno dei lati è visibile proprio l’aquila con al centro del corpo uno scudo, che corrisponde a quello dei Savoia, con tanto di valore, anno di coniatura e simbolo della zecca, dall’altro lato è visibile il profilo del re con tanto di dicitura attorno al capo.

Diffusa fino al 1909, la 2 lire Aquila Sabauda può valere da 300 euro se in buone condizioni fino a quasi 3000 euro se in Fior di Conio, anche se alcuni esemplari sono stati messi in vendita per oltre 7000 euro.

Appassionato di calcio, videogiochi, tecnologia e curiosità varie.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *