Dichiarazione dei redditi sbagliata: e se il commercialista sbaglia?

I contribuenti che non hanno molta dimestichezza con la materia fiscale e non hanno una sufficiente conoscenza delle norme relative alle tasse, sono probabilmente quelli maggiormente esposti al rischio di effettuare una dichiarazione dei redditi sbagliata. Una buona comunicazione con il commercialista, soprattutto se si è proprietari di beni immobili o si svolge un’attività da lavoro autonomo, è fondamentale per fare in modo che il professionista possa inviare all’Agenzia delle Entrate informazioni corrette. Talvolta però, è proprio il consulente a compiere un errore e a dover correggere i dati comunicati al Fisco. Cosa avviene in questi casi?

Se il commercialista sbaglia: tre step

Il primo importante passaggio da considerare è quello della comunicazione con il commercialista. È essenziale parlare con il professionista per comprendere la natura dell’errore e le possibili soluzioni. A volte, il problema può essere risolto con una semplice dichiarazione integrativa.

Secondo step da considerare è quello della correzione dei dati sbagliati. Se l’errore è correggibile, il commercialista dovrebbe essere in grado di presentare una dichiarazione di rettifica, e questo può comportare il pagamento di maggiori tasse o la ricezione di un rimborso, a seconda della situazione. In alcuni casi può essere prevista una sanzione.

Terzo aspetto è quello della responsabilità professionale. I commercialisti hanno una responsabilità professionale per il lavoro che svolgono. Se l’errore ha causato un danno finanziario significativo, potrebbe essere possibile richiedere un risarcimento, a seconda delle circostanze e delle normative locali. Non si tratta di un’ipotesi remota. Le compagnie assicurative offrono la possibilità di stipulare assicurazioni RC professionali che permettono ai professionisti come i commercialisti di tutelarsi dai danni involontariamente causati a terzi, compresi i clienti, per errori, negligenze o omissioni. Queste polizze sono utilizzate per proteggersi anche dal rischio di eventuali richieste di risarcimento, che possono rivelarsi molto onerose, difficili da affrontare, e che possono causare anche l’interruzione dell’attività professionale.

Se il commercialista sbaglia: aspetti legali su danni e risarcimenti

Entrando nel dettaglio degli aspetti prettamente legali legati a un errore del commercialista nella dichiarazione dei redditi, i chiarimenti sono stati forniti dalla giurisprudenza a varie riprese. La casistica è piuttosto ampia. Vale la pena evidenziare due diverse situazioni: il commercialista non presenta la dichiarazione dei redditi o la presenta in ritardo; il commercialista compie degli errori dichiarazione.

Per quel concerne la mancata presentazione, è il contribuente a doverne fare le spese, essendo obbligato a pagare sia le imposte non versate sia gli interessi e le eventuali sanzioni. È infatti il cliente a dover controllare che il professionista a cui si è affidato per la dichiarazione dei redditi abbia adempiuto ai propri doveri contrattuali. Il portale dell’Agenzia delle Entrate presenta utili informazioni aggiornate su come e quando presentare la dichiarazione. Ovviamente nulla impedisce al contribuente di agire con una causa civile contro il professionista, chiedendo un risarcimento dei danni subiti per la negligenza. In pratica, il cliente deve prima pagare il conto al Fisco e poi rivalersi contro il commercialista dimostrando il danno ricevuto in seguito alla condotta del consulente.

Per l’errore del commercialista ci sono situazioni e situazioni da considerare. I casi sono molteplici. Vale la pena citare una sentenza del tribunale di Vicenza del 2017, dalla quale emerge che per gli errori più grossolani, compiuti in attività di routine che per il commercialista dovrebbero essere prassi, il professionista è tenuto sempre a risarcire il proprio cliente, anche se non ha agito in malafede. Centrale è anche quanto stabilisce il Codice Civile con l’articolo 2236. La norma dispone che la responsabilità del professionista scatta in presenza di dolo o colpa grave. Se la prestazione d’opera “implica la soluzione di problemi tecnici di speciale difficoltà”, il prestatore non risponde dei danni, se non in caso di solo o colpa grave. Il professionista risponde sempre in caso di negligenza o imprudenza.

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Albina: