Il caffè nelle sue innumerevoli forme e tipologie può indubbiamente considerarsi un prodotto dalla grande estensione culturale, ed anche in Italia, nelle forme come il tradizionale espresso risulta essere tra le forme più comuni ed “indispensabili” per le abitudini di milioni di persone, ma l’aroma ed il sapore della bevanda ha avuto un enorme successo anche nelle varie forme di crema al caffè.
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La crema al caffè costituisce una variante più simile ad un “mini dessert” piuttosto che al tradizionale fine pasto. Può trovare una nomenclatura differente dalla comune “crema al caffè”. Ma cosa succede se beviamo la crema al caffè?
Nella maggior parte dei casi la composizione è sensibilmente più “pesante” ed impegnativa da digerire rispetto al caffè “puro”, in quanto la preparazione prevede varie miscele di caffè solubile, latte condensato o scremato reidratato, varie forme di zucchero oltre ad addensanti vari.
La crema del caffè “non fa male” ma non deve essere considerata una forma di sostituto della bevanda, in quanto molto più calorica (fino a 10 volte del caffè espresso) ed anche decisamente più ricca di grassi, anche considerando il caffè zuccherato.
E’ una forma di sostituto del dessert o di un gelato.
Ricordiamo anche che anche in questa variante la caffeina è comunque presente, quindi un utilizzo smodato di crema al caffè comporta un’azione energizzante che se abusata provoca i tradizionali effetti secondari come un aumento della pressione sanguigna, maggiore tendenza ad innervosirsi ed allo stesso tempo nel prendere sonno.
Anche se non aggiungiamo dello zucchero, come accennato, questo è generalmente quasi sempre presente quindi la crema al caffè non è adatta anche in quantità modeste, a coloro che soffrono di colesterolo alto oppure glicemia elevata.
Come per quasi ogni cosa, è sufficiente limitare quantomeno il consumo di questa gradevole variante del caffè a 1-2 volte al giorno.
