Il cacao è una pianta sempreverde originaria dell’America meridionale. I frutti vengono raccolti due volte l’anno per poi estrarne la polpa ed i semi, i quali vengono lasciati fermentare per 5 o 6 giorni ad una temperatura compresa tra i 45 e i 50 °C. I semi della pianta del cacao contengono zuccheri, grassi e alcaloidi come la teobromina e la caffeina. Con la fermentazione la polpa diventa liquefatta e viene eliminata mentre i semi del cacao si addolciscono e si ossidano.
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I semi del cacao vengono fatti essiccare al sole per 15 giorni e poi insaccati e inviati ai centri di raccolta, dove il cacao viene tostato a temperatura variabile in funzione del prodotto che si vuole ottenere. Se il cacao è destinato alla produzione di cioccolato, la tostatura richiederà una temperatura compresa tra i 98 e i 104 °C; per ottenere invece il cacao in polvere la temperatura sarà compresa tra i 116 e i 121 °C.
E’ un alimento ricco di sostanze antiossidanti, ottimali per contrastare le insidie dei radicali liberi all’interno del nostro organismo, che sono i maggiori responsabili dell’invecchiamento precoce delle cellule. Inoltre questo ha un alto potere energetico, proprietà stimolanti e antidepressive.
Il cacao scaduto si può ancora mangiare? Ecco cosa dice il medico
Se si è utilizzato del cacao, per la preparazione di un dolce o per dolcificare una bevanda a base di latte, e la data di scadenza rientra nei quattro mesi, allora non accadrà assolutamente nulla, perchè questo alimento può tranquillamente mantenere le proprietà nutritive per alcuni mesi oltre la scadenza. Diverso il discorso del cacao scaduto da più di questo tempo, infatti in tal caso si può rischiare di avere un’intossicazione alimentare che si manifesta di solito con nausea, vomito, mal di testa e diarrea. E’ comunque sempre consigliabile per il cacao come per tutti gli altri alimenti tenere d’occhio la scadenza e preferibilmente consumarli entro la data stabilita.