Il mondo degli immobili risulta quasi naturalmente correlato a quello dei mutui, che corrispondono ad uno degli strumenti più utilizzati per concedere l’acquisto di beni “costosi” come gli immobili sia da parte dei privati cittadini che dalle aziende, permettendo così di garantire il pagamento del mutuo (che è formalmente un impegno a mo di prestito) in un lasso di tempo definito. Di recente però i mutui stanno subendo dei rincari sui tassi, elemento che ha portato in maniera inequivocabile degli importi mensili più alti.
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I tassi sui mutui sono infatti determinati dai governi o dalle unità sovranazionali come la Banca Nazionale Europea che si occupa della gestione dei tassi sui mutui, valore che corrisponde all’interesse variabile aggiunto all’importo del corrispettivo mensile del mutuo.
Nel corso delle settimane di marzo infatti la BCE ha annunciato un aumento momentaneo ma comunque importante di mezzo punto percentuale sui mutui a tasso variabile, che corrisponde a circa il 35 % di quelli abilitati in Italia.
La decisione è stata presa per fronteggiare una crisi economica che è inevitabilmente sfociata in una tematica divenuta diffusa nel corso delle settimane, che ha portato l’inflazione su livelli abbastanza preoccupanti.
I tassi medi sono quindi stati aumentati dal 3% al 3,5 %, condizione che ha portato ad un aumento medio di 80 – 150 euro sui tassi applicati in questo periodo, condizione che inevitabilmente incide parecchio su numerose famiglie italiane.
Anche se sono arrivate rassicurazioni da parte dello stato e dalla stessa BCE, l’aumento dei tassi non si è finora “calmato”, e presso alcuni istituti di credito è aumentato fino al 4,12 %.
In questo caso è effettivamente conveniente valutare una rivalutazione del mutuo presso la propria banca, mentre può essere paradossalmente conveniente aprire un mutuo in questo periodo, in quanto con una prevedibile situazione migliorata in futuro, i costi andranno a calare.