Il risparmio postale comprende una ricca varietà di prodotti molto importanti dal punto di vista economico, in quanto da ben oltre un secolo strumenti come il libretto postale, così come il buono, che in circa 100 anni di “carriera”, continua ad essere uno strumento di investimento seppur nell’ampio compendio di prodotti disponibili, anche bancari. Ma il buono postale, che è qualcosa di offerto dallo stato attraverso la Cassa depositi e prestiti, che si occupa dei principali strumento finanziari italiani. Ma cos’è fisicamente il buono postale, e come è possibile trarre guadagno da uno oramai dismesso?
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Esistono varie tipologie di buono, quello postale viene considerato uno di quelli di maggior successo e diffusione, anche se il funzionamento permette l’adozione di varie tipologie.
Quanto può valere un vecchio buono postale?
Vecchio buono postale: ecco quanto vale oggi
Costituiscono delle forme di investimento a basso rischio da parte dello stato: sono delle obbligazioni diffuse in modo non troppo dissimile dal tradizionale buono bancario, in questo caso però il livello di rischio è minore perchè i buoni postali sono legati alla struttura dello stato italiano, decisamente stabile.
Presentano diversi vantaggi, ad esempio non è prevista l’imposta di successione e godono di una tassazione agevolata al 12,5 %.
Emessi e gestiti dalla Cassa Depositi e Prestiti SpA, esistono in vari formati con scadenze definite e metodologie di guadagno, ad esempio quello ordinario ha una scadenza di 20 anni e mette a disposizione una percentuale effettiva del 3 % alla scadenza, mentre altre tipologie come il 3×4, il 4×4 sono maggiormente incentrate sull’ottenimento di un guadagno minore ma a scadenza temporalee ridotta.
Sono stati concepiti quasi 100 anni fa, nello specifico nel 1924 e fino a poche decadi fa erano molto popolari, in quanto in corrispondenza di un rischio molto ridotto permettevano di evitare la perdita di valore dei propri investimenti.
Ma un vecchio buono postale quanto può valere oggi?
Quelli antecedenti agli anni 80 possono valere molto, mentre quelli sviluppati successivamente hanno un termine di valore minore: i buoni “recenti” hanno una data di scadenza definita hanno una prescrizione che scatta da dopo dieci anni della data riportata, ma quelli più datati la prescrizione di dieci anni dal giorno del ritrovamento.
Diverse persone hanno effettivamente guadagnato anche decine di migliaia di euro dopo aver ritrovato vecchi libretti e buoni postali che nel frattempo avevano generato un guadagno: attraverso il portale della Cassa Depositi e Prestiti è effettivamente possibile comprendere in modo preciso e definito il valore generato di un buono, anche in proiezione.