La benzina, ma più in generale tutti i prodotti che fanno parte del gruppo di quelli provenienti dal petrolio e che diventano tali attraverso una complessa e diversificata opera di raffinazione che sono orientate a generare carburanti. Anche se il contesto attuale occidentale, perlomeno quello europeo, appare orientato verso un processo di transizione verso fonti che non prevedono primariamente i combustibili fossili, e com’è noto i fattori che possono incidere sul prezzo dei carburanti sono molti. Ma in questo inizio di 2023 perchè la benzina continua ad aumentare?
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Se nel 2022, in particolare con la guerra in Ucraina che ha per forza di cose costretto ai vari paesi notoriamente dipendenti dalle materie prime grezze adibite alla raffinazione ad orientare i propri scambi commerciali in nazioni non legate alla Russia.
I costi sono quindi aumentati in maniera prevedibile, al punto che l’esecutivo Draghi ha dovuto sviluppare un momentaneo taglio delle accise corrispondente ad un tot di centesimi per litro, sotto forma di sconto.
Eppure anche in questo 2023, con i costi energetici ritornati su livelli accettabili, il costo della benzina è tornato ad aumentare o comunque nella maggior parte dei casi a non ridursi. Tra le motivazioni principali non vi è il petrolio nel senso di costo effettivo, in quanto è il processo di raffinazione e le varie imposte applicate alla stessa ad incidere.
Lo stato italiano sta in questo periodo operando una forma di indagine nei confronti delle società legate ai carburanti che potrebbero avere concrete possibilità di effettuare delle vere speculazioni, così da condizionare il mercato e mantenere prezzi alti. Se sul gasolio la motivazione legata ai costi elevati è anche riconducibile ad una minore tendenza europea a farsi carico dell’opera di ottimizzazione del diesel, in Italia il costo della benzina è tornato ad aumentare dopo la non confermata forma di taglio delle accise oltre i primi mesi del 2023.