Il contesto finanziario attuale sembra privilegiare assolutamente risorse come l’oro, ed altri beni rifugio ma come già accaduto durante il contesto pandemico anche altre risorse stanno trovando un nuovo rilancio nell’asset mondiale degli investimenti, come quello delle criptovalute, contesto da sempre molto chiacchierato che continua ad evidenziare l’importanza di Bitcoin sotto tutti i punti di vista.
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A dispetto del passare del tempo è proprio la prima criptovaluta a restare quella di riferimento nella definizione generica, che tra alti e bassi riesce ancora a “spostare gli equilibri”.
Non è stato un 2022 particolarmente prolifico dal punto di vista del valore del contesto crypto, che ha portato i BTC, i “token” di Bitcoin a finire più volte sotto la soglia dei 20 mila dollari, anche per tendenze del mercato negative. Bitcoin essendo la prima criptovaluta in senso effettivo manifesta le difficoltà di una struttura collaudata ma ancora piuttosto energivora, condizione che ha visto molti utilizzatori a voler adottare altre forme di valuta.
Un esempio è dato dal crack finanziario di FTX, uno dei trader emergenti del campo crypto che però si è rivelato un enorme bluff e che ha comportato enormi perdite da parte degli investitori, e che ha fatto indubbiamente crescere la sfiducia attorno alle criptovalute.
In un contesto diverso come quello attuale tuttavia Bitcoin ha trovato una nuova affermazione come già avvenuto pochi anni fa: in questa seconda parte di marzo i BTC hanno ripreso gradualmente quota ed oggi Bitcoin vale poco meno di 28 mila dollari, una valutazione che non veniva più raggiunta dalla valuta da circa un anno abbondante, e che secondo molti, data la sfiducia nelle banche perpetuata anche in campo eurpeo, potrebbe portare un nuovo aumento dell’interesse della valuta già a partire dal mese di aprile 2023, con valori possibili superiori ai 35 mila dollari per BTC.