L’euro è stato concepito con intenti molto importanti a partire dal trattato di Maastricht, considerato uno dei capisaldi dal punto di vista degli eventi europei che ha permesso di sviluppare l’idea di una valuta unica per tutto il continente, processo che si è poi confermato con lo sviluppo di entità come la BCE e di tutte le monete e banconote dell’euro, che oggi sono utilizzate da oltre 330 milioni di persone.
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A dispetto della “giovane età” della valuta, l’euro ha già cambiato più volte funzionalità, potere d’acquisto nonchè aspetto estetico, basta pensare alle numerose monete commemorative che hanno contraddistinto il panorama europeo a partire dal 2004, oltre alle serie diverse concepite dalle varie nazioni.
Però alcune emissioni sono state rapidamente accantonate, e molto probabilmente non saranno prodotte nel prossimo futuro dalle nazioni dell’Eurozona: stiamo parlando delle monete da 1 e 2 centesimi di euro, da oramai diversi anni concretamente quasi completamente accantonate nell’uso pratico ed anche la produzione italiana di queste monete non è più attiva dal 2017, mentre altre nazioni come l’Irlanda e la Finlandia semplicemente ne fanno un uso molto limitato da anni.
Troppo risibile il valore ed eccessivamente costoso il processo produttivo per creare queste emissioni che sono generalmente “malviste” al punto che i commercianti ma anche i comuni cittadini spesso optano per l’arrotondamento per eccesso o per difetto durante le fasi di pagamento.
Nel 2024 sarà concepita la nuova serie delle banconote dell’euro da parte della Banca Centrale Europea, e diversi rumors hanno evidenziato che molto probabilmente sarà discussa anche una completa dismissione della produzione di queste monete da 1 e 2 centesimi di euro, anche perchè in praticamente ogni nazione che fa parte dell’Unione, sia di lungo corso che di recente “ingresso” ha manifestato nella cittadinanza una forma di poca “simpatia” nei confronti di queste emissioni.