Anche se quasi sempre siamo pronti a dimenticarcene, la farina in senso ampio del termine costituisce un’invenzione che ha permesso l’affermazione dell’alimentazion come la conosciamo oggi, in tempi oramai remotissimi. Attraverso la macinazione e successiva raffinazione dei semi dei cereali infatti è possibile ottenere un composto che è basilare per praticamente ogni conteseto di prodotto da forno. La farina “moderna”, pur con alcune differenze logiche, è una forma “avanzata” ma non così diversa di quelle sviluppate in antichità, anche se come tutti gli altri prodotti alimentari, rientra tra quelli che necessitano un controllo durante la produzione e messa in commercio, ma cosa succede a consumare la farina scaduta?
Ti potrebbe interessare:
Rientra tra gli alimenti che fino a non troppo tempo fa non presntavano l’obbligo assoluto di riportare la scadenza, ma a causa di norme più stringenti, tutte le tipologie di questo importantissimo prodotto alimentare, per normative di legge specifiche devono riportare questa informazione.
Quali sono gli effetti di un consumo oltre la scadenza?
Farina scaduta: quali sono gli effetti?
Anche a distanza di mesi, una quantità di farina ben conservata, mantiene quasi tutte le proprietà nutrizionali di cui è fornita. Non a caso, rientra nella categoria degli alimenti a lenta deperibilità.
La composizione della farina è infatti strutturalmente abbastanza semplice, non caso la dicitura di scadenza non riporta necessariamente il giorno, ma una generica definizione del mese della fine del consumo, che viene definito come “preferibilmente”.
Una farina tradizionale, come quella bianca (ossia la variante di grano tenero, inquadrata come piuttosto raffinata) se tenuta in luoghi non umidi e non sottoposti a qualsiasi forma di contaminazione fungina (muffa) oppure “attacco” di insetti, può essere impiegata senza problemi, tra gli effetti collaterali principali può essere riscontrata è una minore presenza del caratttristico sapore, ossia in sostanza probabilmente un prodotto realizzato con farina scaduta da qualche mese sarà meno “saporito”.
Se la farina bianca può “resistere” anche fino a 6-8 mesi senza problemi anche dopo la scadenza, quelle integrali e meno raffinate tendono a deperirsi un po’ più facilmente, essendo maggiormente appetite dai micro organismi.
Per questo motivo in ogni caso il rischio principale corrisponde alla presenza di eventuale muffa o insetti, che è possibile osservare direttamente nella farina scaduta: se la consistenza è buona e non sono presenti “intrusi”, si può indubbiamente considerare il tutto sicuro.
Trattandosi però di alimenti non così costosi, in caso di dubbio è meglio gettare via la farina scaduta se vogliamo essere certi del buono stato di conservazione.