Pensioni, è allerta INPS: meno soldi per i nati in questi anni: ecco quali

Il tema pensioni è uno dei più ricercati sul web, nonchè uno dei più tradizionalemente difficili perchè il problema è molto ampio, e non è semplicemente risolvibile applicando cambiamenti politici e sociali. L’Italia infatti affronta da molti anni una decrescita demografica rilevante, che ha causato nel corso degli anni diversi avvenimenti non propriamente ben accolti da parte della popolazione, come l’aumento della cosiddetta età pensionabile e tutta una serie di scelte che per molti lavoratori sono eccessivamente penalizzanti. In particolare sono alcune categorie, delimitate da anni specifici di nascita a dover fronteggiare il concetto di “meno soldi”.

Chi si occupa del calcolo e dell’erogazione della maggior parte delle pensioni è ovviamente l’INPS, che di recente ha ufficializzato le novità inerenti al compendio pensionistico.

Ma realisticamente chi è maggiormente penalizzato ad oggi?

Meno soldi per chi è titolare di queste pensioni: ecco quali

In Italia è attesa una nuova riforma pensioni, anche perchè l’attuale sistema, adottato e rinnovato con la riforma Fornero, nata lo scorso decennio non appare più realmente utilizzabile. Banalmennnte anche perchè l’età media italiana è sempre più avanzata, ma anche perchè le disparità lavorative impattano sulla possibilità di lasciare il mondo del lavoro senza penalizzazioni.

Se la riforma appare lontana, è indubbio che gli sforzi da parte di ogni governo siano improntati a dover favorire alcune categorie piuttosto che altre.

La situazione apparentemente appare in miglioramento, con il PIL che aumenta seppur di poco e con le pensioni che aumentano ma non in modo egualitario: se le pensioni minime sono state portate fino a 600 euro, anche per opera della perequazione (una forma di riequilibrio che viene effettuato ogni anno così da controbilanciare la situazione economica ed il potere d’acquisto dei cittadini), inevitabilmente alcuni avranno condizioni meno vantaggiose.

Se la pensione tradizionale può essere richiesta con il raggiungimento di un’età anagrafica pari a 67 anni ed almeno 20 di contributi, nello specifico chi non ha accumulato almeno 18 anni di contributi nel 1995 dovrà per forza fare i conti con unn assegno più leggero, nello specifico una larga fetta di cittadini che sono nati tra il 1965 ed il 1980.

Questo è stato causato da una importante forma di cambiamento che proprio a metà degli anni 90 ha visto un cambio radicale nel sistema generale delle pensioni.

Fino al 1995 infatti era in vigore un sistema retributivo, ossia basato sui redditi mentre quello attuale è di tipo contributivo.

Chi ha accumulato quindi non sufficienti contributi rischia un futuro assegno pensionistico poco rilevante, per questo motivo è consigliabile fare ricorso alle varie tipologie di pensionamento anticipato.

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