La busta paga mantiene una enorme importanza per ogni forma di contesto lavorativo in Italia: è sia un documento indispensabile per lo stato, per regolarizzare in modo efficiente un rapporto di lavoro, indifferentemente dalla tipologia, ma rappresenta anche una forma di effettiva importanza per i datori di lavoro e soprattutto per i dipendenti che in Italia corrispondono alla stragrande maggioranza di lavoratori effettivi.
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La busta paga viene modificata sia dai datori di lavori, generalmente in accordo con le varie forme di CCNL, ma anche dallo stato seppur in modo più generalizzato. Anche i contratti degli impiegati statali ad esempio è un qualcosa che viene generalmente gestito ed evidenziato negli aumenti progressivi attraverso la busta paga, oltre ad eventuali bonus ed agevolazioni varie.
Nel 2023 finora sono svariate le categorie di persone che hanno già effettivamente ricevuto alcuni bonus specifici se non veri e propri aumenti in busta paga oltre che arretrati.
Per tutti i lavoratori che fanno parte dei dipendenti pubblici, dallo scorso gennaio viene concepita una maggiorazione pari a un + 1,5% dello stipendio tabellare sullo stipendio, mentre in aprile scatta il bonus contributi, una forma di sgravio fiscale e comprende anche la tredicesima.
Sarann i lavoratori dipendenti che hanno uno stipendio non superiore a 2,692 euro al mese a poter godere di questo sgravio, ossia un alleggerimento delle tasse legate al contesto lavorativo, riduzioni in tal senso, e quindi buste paga ancora più alte per i lavoratori che hanno uno stipendio massimo di 1,923 euro.
Chi resta sotto la soglia dei 2,692 euro percepisce uno sgravio fiscale del 2 % che corrisponde ad una presenza maggiore di denaro fino a 53,84 euro in più al mese e 699,92 euro all’anno, mentre per chi è al di sotto della soglia del 1,923 euro mensili 57,69 euro in più al mese e di conseguenza 749,97 euro annui, calcolando gli importi massimi.