La storia del francobollo non è antichissima come alcuni possono pensare ma è senz’altro molto interessante sotto ogni punto di vista, da quello culturale fino a quello puramente storico. Lo studio del francobollo corrisponde alla filatelia, che definisce anche l’ambito collezionistico di questi oggetti, nati come necessità di ottimizzae la corrispondenza ed il servizio postale ma quasi immediatamente inquadrati come eccellenti oggetti da collezione, fin dai primissimi anni di diffusione.
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Trovare un francobollo raro non è scontato, anzi costitusce in molti casi qualcosa di molto ambito, che sia nel contesto mondiale, come quello europeo, è praticamente ambizione comune.
Un esempio è l’esemplare che segue, che può superare una valutazione massima di 18 mila euro.
Trova questo francobollo antico: ecco quale cercare
La storia del francobollo corrisponde in linea di massima a qualcosa di relativamente recente, se paragoniamo questi oggetti, che hanno una funzione di tassa anticipata sulla corrispondenza, andando a corrispondere l’affrancatura.
Il francobollo è stato “ufficializzato” verso la metà dell’Ottocento da parte di un funzionario della Corona britannica e la prima emissione risulta essere il Penny Black, attivo per relativamente pochi anni dal 1840.
Da quel momento in poi quasi tutte le nazioni del mondo hanno iniziato a concepire i vantaggi di utilizzare e quindi produrre delle versioni sempre aggiornate dai vari tagli così da corrispondere ad ogni bisogno.
Quello evidenziato è un esemplare estremamente raro, divenuto per questo motivo molto ricercato dai collezionisti anche perchè corrisponde ad un periodo storico molto importante per il nostro paese, ossia durante la fase finale del Risorgimento.
Si tratta di una modifica operata dal primo regno garibaldino dopo lo sbarco dei Mille, che ai tempi decise di sostituire le emissioni postali, francobolli inclusi, con queste versioni quasi uguali a quelle adottate in tutto il sud Italia: il Regno delle Due Sicilie infatti aveva adottato nel decennio precedente le proprie emissioni con il simbolo della Trinacria. Questi pezzi durante la Dittatura non era possibile sviluppare un’altra emissione quindi si decise di modificare quella già adottata durante il Regno borbonico del Sud, sostituendo la T con la G, e modificandone il colore.
Questi francobolli sono molto rari sia perchè sono stati impiegati per meno di un anno ma anche perchè essendo concepiti per la vendita dei giornali, spesso venivano rotti per poter avere accesso al quotidiano.
Per questo motivo un pezzo in ottimo stato è quasi impossibile da trovare e può valere da circa 10 mila euro fino a oltre 18 mila euro.